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I curdi siriani
"Le minoranze etnico-linguistiche non sono meno rilevanti di quelle religiose.
Il gruppo più significativo è quello dei curdi (10 per cento), che sono di origine iranica, parlano la lingua curda che appartiene al gruppo nord-occidentale delle lingue iraniche. Sono in maggioranza musulmani sunniti. In Siria sono presenti un milione e seicentomila curdi.
Il Kurdistan siriano si contraddistingue per il frazionamento territoriale. Per affinità linguistiche e culturali i curdi siriani fanno riferimento al Kurdistan turco, di cui è considerato un’espansione dal punto di vista geografico. La regione curda è costituita da tre enclavi all’interno della Siria, divise da territori arabi. Le tre aree sono: Kurd Dagh “montagna dei curdi” a nord-ovest di Aleppo; la regione di Jarablus e Kobani (Ain al-Arab in arabo, Arab-Pinar in turco) a nord-est di Aleppo; Cezire (in arabo Giazira – isola –) tra il Tigri e l’Eufrate, nella parte settentrionale della muhafadha siriana di al-Hasakah. Mentre le prime due regioni sono contigue solo alle aree curde della Turchia, al-Hasakah è contigua alle aree curde di Turchia e Iraq. È un triangolo al confine turco-iracheno, e appartiene più alla Mesopotamia tradizionale che alla Siria. È una striscia di pianura profonda mediamente una ventina di km, ma può talora raggiungere i 60 km. Forma un becco d’anatra ed è considerata il granaio della Siria per la produzione di cereali e cotone.
Colonie consistenti di curdi sono presenti a Damasco ed Aleppo e sembrano bene integrate nella vita del paese. Nella capitale sono presenti da secoli i due quartieri popolari curdi Hayy al-Akrad e al-Maydan. Il ruolo delle truppe ausiliarie curde nella repressione della grande rivolta del 1927 mise a dura prova i rapporti tra i nazionalisti e i curdi damasceni durante il mandato francese (Khoury 1993, p. 450). Dalla fine degli anni trenta era presente una vivace presenza di curdi arabizzati nel Partito comunista siriano, di cui era segretario generale Khālid Bakdāsh, un curdo di Damasco.
Alla metà del XX secolo dei curdi risiedevano nella regione del Golan. Un gruppo era ormai completamente assimilato, parlava arabo, viveva alla stato nomade e assomigliava ai beduini arabi che riconoscevano i suoi membri come agha (capo tribù), unico elemento che evidenziava le loro origini. Un altro gruppo curdo abitava nelle città e nei villaggi. A Quneitra una cinquantina di curdi era dedito soprattutto al commercio al dettaglio e intratteneva buoni rapporti con i beduini. In alcuni villaggi i curdi erano negozianti o macellai. Erano presenti anche i grandi proprietari terrieri curdi, i più rilevanti latifondisti del Golan. Tre famiglie possedevano 452.925 donum (misura di superficie equivalente a circa 1000 mq). I latifondisti abitavano a Damasco e lo sfruttamento dei terreni era svolto da intermediari e mezzadri (Bagh 1961, p. 335). Questo mondo è stato sconvolto dall’occupazione israeliana del 1967.
La politica di arabizzazione della Giazira con la deportazione di alcuni gruppi curdi e l’insediamento di arabi fu intrapresa nel 1967 dalle autorità siriane ma fu bloccata con la salita al potere di Asad. Queste misure avevano contribuito a ravvivare il sentimento nazionale curdo e a esacerbare alcune tensioni.
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